Quest’anno la situazione difficile generata dal Covid-19 ci ha portato a scegliere di restare in Italia per le vacanze estive: l’occasione, una volta tanto, di fare una settimana di mare! Ma come scegliere una sola spiaggia, quando la nostra bella Toscana ne ha così tante? E allora abbiamo fatto un esperimento: siamo saliti in sella e abbiamo fatto la nostra prima, piccola esperienza di cicloturismo!
Tappa 1: da Livorno a Donoratico (62km)
Arrivati la sera prima a Livorno in treno, possiamo partire abbastanza presto al mattino per non pedalare troppo sotto al sole cocente di questo torrido agosto. Lasciandoci alle spalle la bella Terrazza Mascagni, imbocchiamo l’Aurelia percorrendone quello che ne costituisce senza dubbio il tratto più panoramico, subito a sud del capolugo costiero.
Eleonora inizia a odiarmi alla prima salita, ma quando poi vede il panorama figo sul mare, si ricrede e decide di continuare a pedalare. Questa prima tappa è anche la più lunga, ma la pineta fra Cecina e Bibbona ci permette di percorrere una decina di chilometri alla fresca ombra dei pini nelle ore più calde. Un quarto di cocomero a testa è il pranzo ideale per reidratarci prima di dirigerci verso i suggestivi vigneti di Bolgheri e terminare la pedalata nella piccola Donoratico.
Tappa 2: da Donoratico a Populonia (37km)
Partiti anche stamani la mattina presto, raggiungiamo San Vincenzo e costeggiamo il verdeggiante parco di Rimigliano. È la prima domenica d’agosto e si vede: essere in bici è l’unico modo per non passare la giornata in coda a cercare parcheggio. Certamente non invidiamo chi oggi trascorrerà più tempo in strada che in spiaggia.
Non appena imbocchiamo una strada bianca, ad Eleonora salta la catena: d’altra parte ribaltare la bici nello sterrato è più bello, ci si impolvera di più! Superata la prima prova da meccanici autodidatti, ci infiliamo nello stretto sentiero della Via degli Etruschi, uscendo alla spiaggia di Baratti pieni di graffi da rami e rovi, polverosi, ma con panorami stupendi stampati negli occhi.
Il mare del golfo più rinomato della costa toscana è affollato e i bagnanti, incuranti del Covid, trascorrono la domenica sdraiati uno sull’altro. Più che i teli da mare, oggi servirebbero i letti a castello sul bagnasciuga. Noi, assetati di cultura oltre che d’acqua, visitiamo sotto il sole cocente le necropoli etrusche prima di fare un tuffo nell’acqua del mare, che oggi sembra una sorgente termale a 35°.
Finiamo la giornata dormendo in una micro-roulotte, con il tramonto sui campi e il romanticismo selvaggio che aleggia tra i girasoli.
Tappa 3: da Populonia a Le Rocchette (50km)
La giornata inizia con una tranquilla pedalata tra i girasoli, fin quando il sottoscritto genio non decide di gonfiare la ruota con la nuovissima pompa made in Hong Kong, che la sgonfia quasi completamente in pochi secondi. La provvidenza fa apparire poco dopo un 85enne campione di ciclismo, che per sua disdetta ha forato, ma per nostra gioia ha una pompa funzionante da prestarmi mentre cambia la sua camera d’aria, salvandomi dall’ira funesta della fidanzata.
Ma il bello deve ancora arrivare: con le nostre bici da strada cariche di borse e i nostri miseri quadricipiti da pedalatori novelli, ci inerpichiamo nel sentiero costiero delle cale, dove un tuffo rigenerante nell’acqua fresca e l’assaggio dei ricci di mare offerti da un pescatore non sono sufficienti a conquistare le salite sterrate e sassose dove anche chi è in mountain bike scende e spinge.
Per fortuna torna l’asfalto e… ah no! Per evitare di morire asfaltati nella galleria della strada provinciale, passiamo da sopra al colle in una strada privata dove, affiancato dal terrore dell’Eleonora per i serpenti (che poi erano tutte lucertole), riesco non solo a far saltare la catena, ma anche a spezzare il copricatena. Una riparazione con lo scotch che “McGiver spostati” e si vola a destinazione per uno spritz sulla spiaggia!
Tappa 4: da Le Rocchette ad Alberese (55km…+7)
Quella di oggi è una tappa lunga, ma dove l’ombra della pineta in cui corrono i primi chilometri di ciclabile ci salva dalla canicola. Grazie all’intuito femminile di Eleonora non mancano una tappa al mercato di Marina di Grosseto per arricchire il nostro kit da campeggio con degli imbarazzanti piatti rosa shocking ed una a Principina Mare per reperire un pranzo a base di stracchino sciolto e focaccina secca, sdraiati sotto un pino con gli aghi piantati nelle cosce.
Il nuovissimo ponte sull’Ombrone ci permette di arrivare al parco naturale della Maremma, dove veniamo redarguiti da un ranger perché non abbiamo visto la ciclabile e pedaliamo sulla strada principale. Rimessi in riga, arriviamo alla spiaggia e, dopo un breve tuffo nel mare mosso, sveniamo sulla duna di sabbia.
Ripartiamo pedalando contro vento fino a raggiungere esausti Alberese e l’agriturismo in cui passeremo la notte. Sprovvisti di cibo per la cena ed incuranti dei 55km percorsi, ci rimettiamo in sella facendone altri 3,5 (e altrettanti al ritorno) per godere di cinghiale in umido e grigliata mista maremmana. Ne valeva la pena!
Tappa 5: da Alberese ad Albinia (45,5km)
Quella di oggi doveva essere una tappa breve e tranquilla: una trentina di chilometri agili per poi stravaccarsi sul mare tutto il giorno. Insomma, la giornata relax della vacanza: il sogno di Eleonora dopo le giornate precedenti in cui l’avevo fatta sgobbare, e invece…
Poco dopo la partenza troviamo un cancello a sbarrare l’unica via alternativa all’Aurelia 4 corsie. Una strada privata che la proprietaria da 2 anni tenta di regalare alle istituzioni perché ci facciano una ciclabile, senza successo. Lo stesso intoppo lo trova un grossetano: ne conosco due, vuoi che fra tutti i maremmani non sia uno di quei due, conosciuto anni fa a Firenze? Insieme passiamo una mattinata di peripezie. Tentiamo inutilmente di corrompere gli operai della ferrovia per farci dare un passaggio oltre quel chilometro e mezzo di terrore autostradale, per poi optare per la soluzione “vigna”. Entriamo abusivamente in 4 vigneti, scavalcando recinzioni e inerpicandoci fra rovi e rami pungenti: il lato positivo è che non troviamo vipere, quello negativo è che torniamo al punto di partenza. Sopravviviamo alla 4 corsie recitando tutto il rosario in cinque minuti e dopo aver trovato una navicella aliena parcheggiata in un campo, brindiamo con una birra fresca prima di separarci dal compagno d’avventura!
Presa la stanza ad Albinia, abbiamo tutto il pomeriggio davanti e intendiamo godercelo in spiaggia, ma ovviamente non appena usciamo veniamo colpiti dallo scroscio d’acqua dell’unico nuvolone passeggero presente su tutta l’Europa meridionale. Alla fine però conquistiamo l’agognata striscia di sabbia, oltre ad una pizza incredibilmente buona per cena!
Tappa 6: da Albinia a Capalbio (42km)
Costeggiando la laguna di Orbetello raggiungiamo il parco naturale della Feniglia, dove in perfetto stile Robinson Crusoe costruiamo un riparo di fortuna sulla spiaggia semi deserta: alla faccia della gente pigiata sotto gli ombrelloni degli stabilimenti!
Anche in quest’ultima giornata di pedalata non manca il momento “Ti lascio e prendo il primo treno” di Eleonora, quando la faccio salire fino al cucuzzolo più alto di Ansedonia. Poi però vede l’area archeologica e l’indole della maestra prende il sopravvento, iniziando la fase di perdono nei miei confronti per la salita, che si completa con il panorama della costa vista dall’alto, che si estende per molti chilometri.
Il perdono dura pochi minuti, perché faccio l’errore di indicare quanto manca al nostro campeggio, posto esattamente al confine con il Lazio. Le minacce di prendere il primo treno verso casa si intensificano quando ci imbattiamo in un sentiero sabbioso dove le bici si impantanano e devono essere spinte faticosamente. Ma quando scopre che dormiremo in una palafitta con vista mare mi perdona per l’ennesima volta.
Il trattore che ripulisce la spiaggia fa scappare tutti tranne noi che, imperterriti, resistiamo per cucinare tre etti di pasta col fornellino, accompagnata da due Moretti da 66cl, e restare a guardare il tramonto e le stelle avvolti nell’asciugamano. Oh, almeno a fine vacanza fateci fare un po’ i romantici!