Danimarca in Interrail – Parte 3: Jutland del sud e Fionia

20-21 AGOSTO 2017

Lasciamo Arhus di mattina presto, quando ancora il sole non ha scaldato la fresca ed umida aria di mare. Stamani tre treni ci fanno attraversare l’intera penisola dello Jutland, dalla costa orientale sul Mar Baltico a quella occidentale sul Mare del Nord. La nostra destinazione è Ribe: la città più antica della Danimarca.

Durante il primo breve cambio nella cittadina di Middelfart, incontriamo il tipo strano di oggi: ormai ogni giorno ce n’è uno. Stiamo cercando un supermercato per comprarci il pranzo quando il biondo e ringobbito sconosciuto ci chiede se siamo lì per visitare la città. Dopo averci raccontato tutta la sua vita in quattro minuti, cerca di convincerci a visitare un museo di ceramiche. A quanto afferma, basta dire il suo incomprensibile ed impronunciabile nome all’ingresso per entrare gratuitamente. Il treno ci aspetta, quindi non possiamo testare se è vero.

Ribe ci conquista subito. Il piccolo borgo medievale è ben conservato e ci rendiamo subito conto che è valsa la pena venire fin qua. Il cielo oggi è più variabile del solito: tutto il giorno passiamo dal sole ai temporali, con il vento che ogni tanto si alza per dare una spolverata alla città. Il monumento più importante è sicuramente la cattedrale luterana. Costruita a cavallo fra il 1100 e il 1200, ha come caratteristica le due torri campanarie, diverse fra loro. Dopo il crollo di una della due torri, quest’ultima venne ricostruita con uno stile diverso: vi si può salire in cima e godere di una splendida vista sul paese e sulle campagne circostanti fino al mare, cosa che ovviamente facciamo subito.

Troviamo un piccolo cortile con un tavolo, al quale ci fermiamo per mangiare i nostri panini: oggi testiamo l’ambiguo affettato “polle-rolle”, spalmato di formaggio brie, in pane di segale ai 6 semi. Per fortuna la birra danese aiuta a buttar giù ogni cosa. Mentre gustiamo il nostro succulento pasto, una signora che ci ha visti dalla finestra di fronte viene a chiederci di noi e del nostro viaggio. Confermiamo anche oggi che i Danesi sono un popolo gentile ed accogliente, sempre attenti ai viaggiatori.

Nel tardo pomeriggio attraversiamo nuovamente tutta la penisola fino a Kolding, dove passiamo un’oretta senza vedere niente di particolare. Un altro treno ci porta sull’isola di Fionia, fino al suo capoluogo Odense. Per due notti dormiamo fuori città, ad Holmstrup, ospitati grazie al Couchsurfing. Convinti che ad ospitarci sia un gruppo di studenti universitari, veniamo accolti alla stazione dalla sorridente Jaya e dal suo fidanzato, che ci conducono dove vivono: una comunità di 45 persone, in 4 grandi case all’interno di uno sconfinato parco curato nei minimi dettagli. Fra gli alberi spuntano statuette di Buddha e di Madonne, di streghette e di conigli a pois. La nostra camera è in realtà un container di legno blu, con un letto e due sedie. Ci viene fornito un sacco a pelo e ci viene mostrata la comunità: c’è chi suona musica da strada usando bottiglie di vetro, tubi e bidoni; c’è chi si occupa delle api producendo il miele più premiato della Danimarca; tutti fanno yoga e meditazione, ma soprattutto chiunque ti incontri lì dentro ti abbraccia anche se sei uno sconosciuto. Il bagno è a 5 minuti a piedi dal nostro container, la doccia ancora più lontana: per farla dobbiamo bussare ad una delle case e sperare che qualcuno ci apra. Dato che sono già passate le 21 e qui cenano alle 18, mangiamo nella nostra camera, facendo ben attenzione a tenere nascoste le nostre aringhe, dato che sono tutti vegetariani.

La mattina i nostri gentili ospiti ci prestano due bici per raggiungere Odense. Sono le 10 in punto quando tutti, ma proprio tutti, lasciano le proprie mansioni ed iniziano ad abbracciarsi. Dopo aver assistito alla simpatica scena, iniziamo a pedalare verso la città natale di Hans Christian Andersen, uno dei più grandi scrittori di fiabe della storia. Un colpo di fortuna ci ha fatti capitare qui proprio nell’annuale festival di Andersen: vicino alla casa-museo dello scrittore, le fiabe sono rappresentate da attori bambini, mentre per la città, vagano i personaggi più famosi, come il brutto anatroccolo. Ci imbattiamo anche in uno spettacolo di acrobati argentini, che ovviamente scelgono me, insieme a un altro Italiano, per fare qualche figuraccia pubblica.

Alla faccia dei nostri ospiti vegetariani, per cena ci mangiamo un immenso kebab, prima di pedalare di nuovo per i 10 km che ci separano dal nostro container. La serata finisce fra le risate quando andiamo a farci la doccia. Mentre l’Ele si asciuga i capelli e io asciugo la doccia (esatto, qui dobbiamo pulire il muro della doccia con, in ordine, un tergicristallo e due diversi stracci), quando uno dopo l’altro entrano nel bagno come se nulla fosse 5 inquilini della casa. Si vengono a lavare i denti un ragazzo in mutande e una donna sulla cinquantina con una vestaglia semi-trasparente, che palesemente le mutande non le indossa. Si aggregano alla combriccola un uomo pelato che si prepara il pediluvio e una ragazza che si spazzola i capelli, mentre altri si affacciano semplicemente a salutare e noi fingiamo di non essere troppo imbarazzati dalla situazione paradossale. Beh, almeno in questo posto strano qualche risata ce la siamo fatta!

Andrea Cuminatto

Foto di Eleonora Burroni

LEGGI LA PRIMA PARTE: Jutland del nord

LEGGI LA SECONDA PARTE: Jutland centrale

LEGGI LA QUARTA PARTE: Selandia

LEGGI LA QUINTA PARTE: Copenaghen (e un salto in Svezia!)

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