Danimarca in Interrail – Parte 1: Jutland del nord

15-17 AGOSTO 2017

La sera di Ferragosto l’aereo da Pisa ci porta a Billund, un luogo sperduto nel centro dello Jutland, la penisola che costituisce oltre metà del territorio danese. A Billund non c’è niente, tranne la fabbrica della Lego e il parco a tema Legoland. Sono già le 20.30 e quindi non c’è tempo per tornare bambini con le costruzioni più famose del mondo. Prendiamo il bus per Vejle, cittadina sulla costa dove abbiamo preso una stanza per la notte. Appena saliti, l’autista ci insulta in danese: riusciamo ad intuire varie imprecazioni contro i turisti, perché abbiamo solo banconote di grossa taglia.

La mattina si parte presto: il primo obiettivo del viaggio è raggiungere Grenen, la punta estrema della Danimarca. In quasi 5 ore arriviamo a Skagen. Nella cittadina portuale si respira l’aria di mare tipica delle vecchie storie, con i pescatori come protagonisti e i gabbiani come quotidiani compagni d’avventure. Sul molo, fra le rosse casette di legno e le grandi navi mercantili, gustiamo un caro ma gustoso fish&chips. Una volta rifocillati, ci incamminiamo verso Grenen.

Percorso uno dei circa 5 km che ci separano dalla punta, tentiamo l’autostop e due simpatiche signore ci accompagnano fino al parcheggio attiguo alla spiaggia. Già qui comprendiamo quanto sia turistico questo luogo: percorriamo gli ultimi 600m fra la folla. Nonostante il caos, però, mettere i piedi contemporaneamente nel Mar Baltico e nel Mare del Nord è una sensazione gelidamente soddisfacente. I due mari si scontrano davanti a noi, su questa sottile striscia di sabbia dove le foche vengono a prendere il sole e i pittori provano a catturare la luce sulle tele. Pare esista una vera e propria corrente pittorica legata alla luce di Skagen, che riflettendo sulla spiaggia bianca rende quasi etereo questo luogo.

Fatto un pisolino appoggiati a una duna di sabbia, riprendiamo il cammino e torniamo a Skagen a prendere il treno per Strandby. Qui dormiremo ospitati da una donna di 63 anni col Couchsurfing. Dalla stazione, dopo aver camminato 45 minuti ed esserci persi in un bosco (almeno abbiamo fatto scorta di more e lamponi!), raggiungiamo l’abitazione. La proprietaria non c’è: ci accoglie Juan, inquietante individuo sulla settantina che a quanto pare vive da 22 anni in una squallida roulotte nel giardino della casa. In salotto 3 secchi raccolgono l’acqua piovana che filtra dal soffitto, in cucina l’igiene è un optional, in bagno non esiste né la doccia né l’acqua calda. La camera preferisco non descriverla per non intimorire i lettori. Riusciamo a cenare, a conoscere la padrona di casa (arriva, ci saluta e riparte dopo 10 minuti lasciandoci col fidato Juan) e non si sa come anche a dormire.

Juan ci aspetta al mattino con un’abbondante colazione: pane di segale riscaldato su un tostapane che sembra più una stufetta da bagno, marmellata e dulce de leche argentino. E’ inquietante, ma gentile. Il treno di oggi ci porta ad Aalborg, cittadina famosa per i tumuli tombali vichinghi. Ovviamente, è l’unica cosa che non riusciamo a vedere. In compenso assaggiamo pagnotte tipiche e acquistiamo la prima birra danese, ci meravigliamo per una piscina ricavata in un pezzo di mare nel fiordo, riceviamo minacce da un tizio ubriaco che crede di essere stato ripreso dalla mia telecamera.

Lasciamo Aalborg nel tardo pomeriggio per dirigerci a Silkeborg, che sarà una delle tappe più inaspettatamente belle del nostro viaggio!

Andrea Cuminatto

Foto di Eleonora Burroni

LEGGI LA SECONDA PARTE: Jutland centrale

LEGGI LA TERZA PARTE: Jutland del sud e Fionia

LEGGI LA QUARTA PARTE: Selandia

LEGGI LA QUINTA PARTE: Copenaghen (e un salto in Svezia!)

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