Il ponte della Maddalena a Borgo a Mozzano (LU) è comunemente conosciuto come Ponte del Diavolo. Sono vari, sparsi per il mondo, gli attraversamenti con questa denominazione, solitamente dovuta alla posizione pericolosa in cui sono costruiti.
Ma non è affatto pericoloso raggiungere l’altra sponda del fiume Serchio su queste arcate medievali. Realizzato nel 1300, il famoso ponte della Garfagnana deve la diabolica accezione ad una leggenda su come venne costruito. Importante in quanto passaggio della via Francigena, doveva essere edificato in fretta. Il capomastro a cui era stata affidata la difficile opera, resosi ben presto conto che non avrebbe potuto rispettare la scadenza, scese a patti con il Diavolo: quest’ultimo avrebbe consentito di completare l’opera in una sola notte, in cambio della prima anima che avesse attraversato il ponte. Il giorno successivo, a lavori finiti, l’operaio si sentì pervadere dal rimorso per ciò che aveva fatto ed andò a confessarsi. Il parroco, ascoltata la storia, suggerì un inganno per il Demonio. Fecero attraversare il ponte da un cane, così nessuna anima umana venne rapita. Il Diavolo, infuriato, prese il cane e si gettò nel fiume. Da allora, pare che nelle sere autunnali il fantasma bianchissimo pastore maremmano sia solito passeggiare sulle antiche pietre del ponte.
Oltre a strappare un sorriso – o magari un brivido se si ascolta la storia al crepuscolo con la nebbia che sfiora le acque del Serchio – la leggenda ricorda che l’uomo è in grado di compiere opere maestose per superare gli ostacoli che trova sulla propria strada. E se a volte davvero sembra impensabile aver realizzato qualcosa di unico – tanto da attribuirlo ad opera diabolica – pensiamo che se il Diavolo si fa ingannare tanto facilmente, magari possiamo far cose grandi anche meglio di lui.
Andrea Cuminatto