Ultimo anch’io: in musical la grandezza di Don Milani

Cinque anni fa nacque la compagnia. Iniziando con ‘Sogno di una notte di mezza estate’ e cambiando uno spettacolo all’anno, abbiamo messo in scena musical anche importanti come ‘Mary Poppins’. Abbiamo chiamato Alessandro l’anno in cui abbiamo inscenato ‘I Miserabili’, che ha una parte musicale moto difficile. Ad introdurre Alessandro Barbieri è Angelo Giamberini, regista della compagnia Fiaba Junior, il gruppo teatrale nato all’Isolotto e composto da giovanissimi attori e cantanti. Alessandro fra i tanti impegni delle sue giornate, ha deciso di scrivere un musical ispirato a don Lorenzo Milani. Un’opera che poteva restare una piccola pennellata di colore nell’ambito parrocchiale della periferia fiorentina, ma che grazie alla passione di chi ci ha creduto, sta diventando un quadro da ammirare a bocca aperta.

Fiaba Junior 1

Cos’è esattamente Fiaba Junior e come sei entrato a farne parte?
Il gruppo è nato da una cinquantina di ragazzi che girano intorno alla parrocchia dell’Isolotto. L’idea di base è quella di far crescere i ragazzi attraverso il teatro: i giovani e giovanissimi, con un’esperienza forte come questa, si mettono in gioco e maturano senza per forza seguire un percorso di fede. Mi hanno chiamato per fare ‘I Miserabili’ qualche anno fa e l’anno scorso abbiamo deciso che era arrivato il momento di fare uno spettacolo nostro.

Quanto conoscevi don Milani prima e come lo conosci adesso?
Lo conoscevo poco, quasi per nulla. Ho letto la biografia, ‘Lettera a una professoressa’, l’epistolario con la madre. Ho buttato giù le canzoni, poi ci abbiamo messo le mani insieme per tirare fuori lo spettacolo. Non poteva essere una semplice biografia, quindi abbiamo fatto come faceva lui: come i suoi ragazzi scrivevano insieme i libri, dando ognuno il proprio contributo a mettere dentro le cose importanti e togliere quelle inutili, così i nostri ragazzi hanno scritto il musical. Sono stati mesi di confronto e anche di scontro, non eravamo sempre tutti d’accordo, ma alla fine il risultato è stato bello.  Avendo scritto le canzoni, stavo in punta di piedi: non volevo che i ragazzi lo percepissero come uno spettacolo mio. Infatti la bellezza è stata che abbiano partorito insieme uno spettacolo loro. Sicuramente, adesso sono entrato, siamo entrati, davvero nell’essenza della scuola di Barbiana. Due settimane fa siamo stati a Barbiana con i ragazzi e per loro vedere che quei luoghi esistono, toccare la lontananza di quella chiesa dal resto del mondo, è stata un’esperienza forte e fondamentale di questo percorso.

Fiaba Junior 2Quali aspetti della vita del priore di Barbiana ti hanno dato ispirazione per le canzoni?
Nella prima parte del CD c’è la canzone ‘Ultimo anch’io’: don Lorenzo prima di morire dice “Adesso sono felice, perché sono ultimo anch’io”. Questa è una delle frasi che più mi ha ispirato, perché racchiude tutta la sua vita, la sua continua ricerca di essere uno degli ultimi. L’ho messa all’inizio, dopo le prime canzoni che parlano del giovane Lorenzo, della sua famiglia e delle sue passioni artistiche contrastanti con la volontà dei genitori, del suo periodo a Calenzano, perché anche se dice questa frase prima di morire, è qualcosa che lo caratterizza per tutta la vita. ‘Esilio’ è un dialogo fra due personaggi di cui non si dice il nome, ma si intuisce chiaramente che si tratta di mons. Tirapani che convince mons. Elia Dalla Costa a mandare don Lorenzo a Barbiana. È anche un pezzo in cui risalta l’influenza che lui aveva sulla gente di San Donato. Con ‘Monte Giovi’ si conoscono i montanari: l’incontro con loro sembra un presepe, con questi strani personaggi che vanno incontro alla luce che è il messaggio evangelico. Ci sono anche canzoni divertenti che spezzano un po’, ma i messaggi principali che abbiamo scelto di trasmettere sono due. Il primo è l’obiezione di coscienza, in senso lato: non fare come le pecore, ma saper dire di no a tutte le situazioni di ingiustizia, presenti e future. Il secondo è lo ‘Yes I care’, l’interesse per le cose e la capacità di prendersene cura.

Il musical non si è fermato alle quattro mura del Teatro Fiaba, cosa sta cambiando?
Il primo esperimento diverso è stata una rappresentazione dedicata alle scuole: 270 fra alunni ed insegnanti, rimasti entusiasti dell’iniziativa. Vista la tematica di fondo del musical, che quindi non è intrattenimento fine a se stesso, stiamo studiando la possibilità di portarlo nelle scuole come progetto formativo. Da quella giornata, infatti, ci siamo resi conto che il messaggio arriva e quindi non possiamo non portarlo avanti. C’è anche l’idea di un progetto musicale col Liceo Musicale Dante: adesso si canta su basi, ma se inserissimo una parte orchestrata sarebbe un ulteriore salto di qualità. La novità più grande è sicuramente la prima tappa fuori dal nostro teatro: grazie all’associazione ‘Con lo sguardo di Filippo’ – fondata da una coppia che ha perso il proprio figlio, per aiutare ragazzi con problemi oncologici – il 23 settembre saremo sul palco del Teatro Puccini di Firenze.

Andrea Cuminatto

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