Ha negli occhi l’amarezza di chi ha visto tanta, troppa sofferenza ed è consapevole della difficoltà di metter fine alla guerra. Ma il sorriso è rassicurante, come di un padre che vuole infondere speranza ai suoi figli. Mons. Antoine Audo, vescovo di Aleppo, non solo si impegna quotidianamente – in particolar modo tramite la CaritasContinua a leggere “I bambini di Aleppo chiedono la pace. La testimonianza del vescovo Audo”
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Carla e Davide, due colibrì per i rifugiati
Gli occhi di Davide si illuminano quando arriva Rasak ad abbracciarlo. Come gli altri ragazzi della casa, ormai è come un figlio per lui. Sua moglie Carla fa strada, brontola affettuosamente un giovane Pakistano che sta a letto col cellulare in mano, come farebbe con uno qualsiasi dei suoi figli nella stessa situazione. La scelta di Carla eContinua a leggere “Carla e Davide, due colibrì per i rifugiati”
Suor Lucia e il Baby Caritas Hospital di Betlemme
Suor Lucia, francescana elisabettina, è una delle 4 sorelle – oltre che delle uniche 4 straniere – a lavorare nell’ospedale pediatrico palestinese Caritas Baby Hospital. Ascoltare la sua testimonianza all’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze è stato toccante e al contempo stimolante per i medici presenti in sala. Per me è un sogno essere qui –Continua a leggere “Suor Lucia e il Baby Caritas Hospital di Betlemme”
Dalla Nigeria in Italia, per una guerra non loro. Quando si è costretti ad emigrare.
E. sembra un giovane uomo sulla trentina. Ma ha appena 20 anni. È cresciuto in Nigeria, con una situazione non facile della madre malata, lavorando in una coltivazione di ananas. La Libia, per lui, è stata inizialmente un’opportunità di lavoro. Un compatriota lo ha portato a lavorare in una fattoria libica, dove aveva prospettive diContinua a leggere “Dalla Nigeria in Italia, per una guerra non loro. Quando si è costretti ad emigrare.”
“Non avevo mai visto il mare”. Attraverso il Mediterraneo per scampare alla paura
O. ha 22 anni, ma ne dimostra di più. Viene dalla Nigeria, un paese la cui storia politica è segnata da irregolarità e violenza. Ha 6 sorelle, ma non sa se suo padre è vivo. Hanno sparato in casa – racconta a fatica in un inglese stentato, con la voce rotta dal dolore – ed ioContinua a leggere ““Non avevo mai visto il mare”. Attraverso il Mediterraneo per scampare alla paura”
Qui non si sentono spari. L’avventura di un immigrato.
J. è ancora un ragazzo, ha appena compiuto 18 anni ma ha visto cose che nessun uomo dovrebbe vedere. È nato in un piccolo villaggio del Gambia, dove ha passato l’infanzia con i nonni, perché la madre è morta quand’era bambino e suo padre 3 anni fa. E’ uno dei tanti arrivati l’estate scorsa inContinua a leggere “Qui non si sentono spari. L’avventura di un immigrato.”
Dove finiscono dopo gli sbarchi? Visita ad una casa di accoglienza
Entrare dal cancello di Villa Pepi non è un passo scontato. Ciò che si prova nel varcare la soglia di questa casa a pochi passi dall’ospedale Meyer di Firenze è un senso di disorientamento: non si capisce bene dove ci si trova. Pare che il mondo si sia riversato qui, incrociando culture e mixando lingue,Continua a leggere “Dove finiscono dopo gli sbarchi? Visita ad una casa di accoglienza”
Perché arrivano in Italia? Storia di un migrante africano
Sono sbarcato a Lampedusa dice Aboubakar in un italiano ormai fluente dopo alcuni anni qui. Ha 25 anni e viene dalla Mauritania, uno dei Paesi più desertici del continente africano. Dopo aver attraversato il tratto algerino del deserto del Sahara, per raggiungere la Libia, dopo essersi confrontato con i vantaggi e i problemi che questo Stato arabo offrivaContinua a leggere “Perché arrivano in Italia? Storia di un migrante africano”
Fenestrelle: i 4000 scalini della “Grande Muraglia Italiana”
Uno dei più straordinari edifizi che possa aver mai immaginato un pittore di paesaggi fantastici: una sorta di gradinata titanica che dalla cima di un monte alto quasi duemila metri vien giù fin nella valle… Una cosa strana, grande, bella davvero. Era la fortezza di Fenestrelle. Non poteva descriverla meglio Edmondo De Amicis, e l’emozione daContinua a leggere “Fenestrelle: i 4000 scalini della “Grande Muraglia Italiana””
A Belgrado manca il buongiorno
Atterrare a Belgrado non è come mettere piede in una qualsiasi altra città europea. La gente sull’autobus che porta al centro della capitale serba ha uno sguardo cupo, non è colma della gioia che normalmente si prova tornando a casa propria. Pane e poveri dolcetti fritti vengono venduti in baracchini ed edicole, in contrasto innaturaleContinua a leggere “A Belgrado manca il buongiorno”