7 Paesi in 30 giorni. Tappa 14: Lisbona (Portogallo)

Semplicemente Lisbona
Semplicemente Lisbona

Semplicemente Lisbona 2

Dopo 13 ore di treno insonni per colpa del malefico bambino (leggi qui), l’unica gioia è vedere Giacomo che batte le mani ogni volta che la piccola palla di grasso tenta di chiudere gli occhi, meritata vendetta dopo la notte che ci ha fatto passare. Oggi rivedere Magui dopo tanto tempo è una gioia. Siamo stati coinquilini in Erasmus a Madrid nel 2008 e ricordo ancora le risate, le feste e la complicità che avevamo creato per sopportare la nostra poco socievole coinquilina. Adesso Magui ospita me e il mio amico, dimostrando che un’amicizia può durare anche a distanza di anni e di migliaia di chilometri.

Visitiamo Lisbona con Magui come guida. Nell’afa di inizio agosto, le case colorate, i piccoli tram affollati, le strade calpestate da migliaia di piedi di ogni etnia, suscitano un senso di esotico e libertà ritrovata. In questo luogo al confine del mondo prima del mare, non si può pensare ad altro che a partire per esplorare terre sconosciute. Una melanconia positiva aleggia nei vicoli del barrio alto, il quartiere vecchio della città, mentre una zuppa e una bifana (panino farcito con una braciolina) ci danno la carica per salire a tutti i Miradouro da cui si vede la città.

Mezzi di trasporto che vale la pena prendere!
Mezzi di trasporto che vale la pena prendere!

Un castello, un immenso mercatino delle pulci, azuleios e terrazze belvedere, scale e vicoletti. Anche il secondo giorno in Portogallo inizia bene! Una piazza straordinaria ci offre un pranzo multiculturale: numerosi chioschi vendono cibi etnici di ogni nazionalità, i tavoli in piazza sono liberi e il nostro palato può fare il giro del mondo in pochi bocconi. Mentre Magui lavora, Giacomo ed io prendiamo un treno per Belen, il paesino in cui – oltre ai famosi monastero e torre – c’è l’unica pasticceria del mondo che fa i Pasteles de Belen, tipici dolcetti di sfoglia croccante ripieni di una crema gustosa. Si rivela una tappa obbligata.

Quando un'ex coinquilina portoghese ti presta la macchina a Lisbona
Quando un’ex coinquilina portoghese ti presta la macchina a Lisbona

Una cena leggera per 2 con 30 polpettine di carne, carote e insalata, pesche e birra, precede la serata. A mezzanotte passiamo a prendere Magui all’hotel in cui lavora, dopo esserci persi un paio di volte guidando alla cieca in una città straniera. Nel locale all’aperto da cui si vede il porto illuminato, non posso ignorare il suggerimento su un drink locale: il Caipirão, una sorta di Caipirinha fatta con il tipico Licor Beirão, sale immediatamente in testa alla classifica dei cocktail più buoni che ho provato.

Sintra è la destinazione del terzo giorno. La mattina cantando in macchina comincia alla grande, ma appena arriviamo alla cittadina, l’idea di raggiungere a piedi il Palazzo Pena si rivela sbagliata. Una decina di km in salita ci sfiancano già prima di iniziare la visita e, una volta dentro, anche perdersi nel parco non è il massimo. Il trenino elettrico ci salva e riusciamo a goderci la visita al magnifico luogo in cui siamo, fra alberi maestosi, torri e laghetti, ponticelli e sculture. All’uscita, la stanchezza prevale su tutto: sentiamo una coppia parlare italiano e gli chiediamo un passaggio fin giù in paese. I due torinesi, forse per gentilezza, forse perché impietositi dal nostro stato, dicono subito di sì.

Massime portoghesi
Massime portoghesi

13 litri di sangria ci aiutano buttar giù baccalà, salamino cotto sulla fiamma viva, patate e verdure. Un amico di Magui ci ha invitati a cena con un gruppo di amici. Tutti gli Zé Carlos (così si chiamano tutti a vicenda per semplificare le cose… o per complicarle) sono simpatici e anche il dopo cena nel centro affollato si conclude bene, fra le risate e le proposte indecenti fatte da una ragazza rasta ubriaca in fissa per lo stile italiano.

Andrea Cuminatto

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LEGGI QUI LA TAPPA N°4: Bruges (Beglio)

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