

L’odore di aringhe fresche sui banchi del porto mi saluta mentre vado a prendere il mio treno alla stazione di Rotterdam. La capitale olandese mi aspetta: ci passerò 5 giorni con Alberto, che da Firenze mi raggiunge in aereo. Lo incontro fuori dalla stazione di Amsterdam e cerchiamo l’ostello in cui passeremo la prima notte. Un posto più squallido non potevamo trovarlo. Quattro Inglesi strafatti condividono la camera con noi, i letti puzzano di marcio. Noleggiamo due bici con le ruote larghe e il manubrio in stile Harley Davidson – ovviamente casco per terra sui binari del tram bagnati dalla pioggia – e visitiamo la città.
I tentativi di visitare il museo di Van Gogh e la casa di Anna Frank non vanno a buon fine. Le code chilometriche ci scoraggiano subito. Preferiamo vagare per la città, immersi nel miscuglio di colori e culture che la Venezia del Nord ci offre. Le notti seguenti non sono migliori della prima. Passiamo la seconda notte nella barca Anna Maria II.

Le cuccette sono così corte che io tocco testa e piedi, mentre Alberto è costretto a dormire rannicchiato. Lo spazio restante è sufficiente solo per una persona in piedi, per cui mentre uno si cambia, l’altro deve aspettare nel corridoio. La finestra è grande come un piatto da minestra. Mi manca l’aria e passo la notte in bianco.
Le ultime 3 notti le passiamo invece in un hotel ad elevato rischio tetano, in cui ci pare anche di vedere un topo sparire in un buco del muro della stanza, che provvediamo a tappare con una bottiglia di plastica. L’uomo alla reception ci accoglie dicendo “Qui dentro si fuma solo erba, se sento odore ti tabacco chiamo la polizia”. Vogliamo andare a vedere la grande diga che consente a una parte del Paese di non essere inondato dal Mare del Nord. Chiediamo a giro come arrivarci, ma pare che gli Olandesi siano ignari di cosa li tenga in vita.


Decidiamo di passare una giornata al mare. La Rimini del Mare del Nord: spiaggia fitta d’ombrelloni e mare sporco. Ci dimentichiamo in hotel anche i teli, per cui stiamo seduti in costume sul bagnasciuga, guardando uno stormo di inferociti gabbiani che assalgono una grassa signora per impossessarsi del suo hot dog: e ci riescono quando urlando lo getta per aria e scappa a nascondersi nell’acqua gelida. Ogni giorno troviamo il modo di sbellicarci dalle risate con Alberto in questa vacanza. La parte del viaggio in solitaria è bella, è più facile conoscere persone ed integrarsi nelle culture nuove, ma trovarsi all’estero con gli amici di sempre è garanzia di divertimento.
Zaanse Schans è un paese-cartolina. Ci passiamo il nostro ultimo giorno, sotto un sole cocente, fra mulini a vento e zoccoli di legno. Una cameriera sui 18 anni molto carina ci dà un po’ di consigli su posti in cui passare la serata, ma la torta che ci serve fa veramente schifo. La sera mentre ceniamo nella camera dell’hotel, guardiamo leggermente disgustati il gruppo del gay pride sotto la nostra finestra: uomini vestiti unicamente di boxer, bretelle e scarponi non corrispondono proprio al nostro gusto.
Andrea Cuminatto
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