
Lascio Amsterdam presto, salutando Alberto per intraprendere il mio viaggio verso la Francia. In circa 6 ore arriverò a Lussemburgo. Devo essere a Marsiglia domani, spero di trovar posto nel treno notturno di stasera, altrimenti dovrò passare la notte fra numerosi treni e stazioni sconosciute. Le incognite dell’InterRail rendono il viaggio avventuroso e interessante.
Il treno sembra muoversi troppo lentamente oggi. Forse per l’intorpidimento dovuto alla stanchezza, forse per la voglia di essere già arrivato e di esplorare la capitale di questo piccolo stato. Sull’ultimo dei 4 treni che prendo, la musica giusta nelle orecchie, unita al paesaggio che scorre mostrandomi boschi, campi, grandi prati con le mucche al pascolo, persino una volpe che corre da albero all’altro, ritrovo l’entusiasmo per il viaggio in treno. Mi accorgo che in quest’esperienza spesso l’importante è il viaggio in sé, non tanto la sua destinazione, perché è negli spostamenti ce ho tempo di riflettere, di metabolizzare ciò che ho vissuto nella tappa appena passata e allo stesso tempo di fantasticare sulla successiva, immaginando i luoghi che vedrò, le persone che conoscerò, le esperienze che vivrò.



A Lussemburgo riesco a prenotare il treno notturno per Marsiglia. Ora sono tranquillo e ho circa 4 ore per visitare la città. Questo piccolo ma importante crocevia europeo ha un grande fascino intrinseco nella sua storia, nelle mura delle case che si affacciano su queste antiche vie. Aggirandomi per le strade del centro mi pare di trovarmi in uno di quei paesini spersi fra le nostre Alpi, con i tetti spioventi di pietra nera. Penso alla neve d’inverno, a come renderebbe incantata la città.
Lo zaino pesa, ma lo porto volentieri, mio compagno di viaggio. La città offre servizi di lusso e io, un po’ trasandato per il viaggio, sono la mosca bianca nella folla altolocata che frequenta questo posto. Esploro le antiche mura che circondano il borgo, restando incantato dalla vallata che si estende sotto al dirupo. Mi siedo su una panchina per cenare con quel che mi è rimasto nello zaino dall’Olanda: mezza baguette e una scatoletta di aringhe. Una coppia mi passa davanti e mi augurano “bon apetit”: mi sento felice. Una volta ancora mi rendo conto di come questo zaino accanto a me dia a chi mi vede una precisa immagine di me: il viaggiatore che trasmette simpatia, fa immaginare avventure e suscita senso di solidarietà.
Mi affaccio al parapetto del grande terrazzamento erboso su cui mi trovo, vedo un treno passare sul grande viadotto che taglia in due la vallata: sono pronto a ripartire. La mia cuccetta è in uno scompartimento da 6 persone, ma oltre a me c’è solo una signora italiana. Viene da San Remo e senza che le chieda niente decide di raccontarmi tutta la sua vita. Condivido volentieri un paio d’ore di chiacchiere dopo questa giornata da solo, poi mi addormento al ritmo sferragliante del convoglio che solca la notte.
Andrea Cuminatto
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