
Giungo nella città provenzale alle 6.30 del mattino, riposato ma ancora un po’ desideroso di stare sulla mia cuccetta. Sul treno notturno da Lussemburgo a Marsiglia, le 11 ore di viaggio sono passate in un lampo. Come è ormai routine, dopo aver visto 9 città in due settimane, cerco una mappa al banco informazioni della stazione per dirigermi verso il centro.
Il sole è ancora basso e sorge dal mare. Mi incanto a guardarlo mentre faccio colazione, seduto di fronte a un piccolo forno. La piazzetta è in discesa e i tavolini hanno due gambe più lunghe delle altre, perché possano star dritti. Un caffè e un enorme panino morbido ripieno di Nutella mi rimettono in sesto, mentre la luce che si fa strada fra le case mi infonde nuova forza e voglia di incamminarmi in questa città.

Entro nella cattedrale e mi fermo davanti alla tomba di Sant’Eugenio. Ricordo la foto di gruppo scattata in questa cappella 7 anni fa, nella tappa del viaggio verso Lourdes. Sembra ieri. Leggo che a mezzogiorno c’è una messa a Notre Dame de la Garde, la chiesa che dall’alto del colle sorveglia con gli occhi di Maria la città e i navigatori che vi approdano. Trovo un autobus e arrivo alle 12 spaccate. Alla fine della messa il sacerdote saluta la gente dando la mano a ciascuno: vedendomi con lo zaino fa un “oh-oooo” di stupore e mi sorride. Sulla grande terrazza il sole è cocente: dopo qualche foto mi siedo all’ombra del santuario, accanto ad una fontana. Mangio una barretta alla cioccolata e chiudo gli occhi godendo la leggera brezza che sale dal mare.


Una coppia parla in spagnolo. Si chiedono se l’acqua della fontana è potabile. Alzo gli occhi e gli dico di sì. Mi chiedono di me: ecco che si apre un’altra occasione per condividere un pezzo di vita. Torno verso il centro e trovo un ufficio turistico con il wifi libero. Connetto il Blackberry e controllo se Giacomo si è fatto vivo: fra poco arriverà in aereo e partiremo insieme per altre due settimane di viaggio in treno. Mi aspetta un altro treno notturno per San Sebastiàn e stanotte le ore di viaggio saranno 13.
Aspetto Giacomo alla stazione degli autobus. Scende dalla navetta dell’aeroporto sorridente come sempre, pronto a condividere con me quest’avventura fra Spagna e Portogallo. Un panino, una pedalata su un originale caricabatterie pubblico a pedali – per far tornare in vita il cellulare – e ci dirigiamo al treno. Stasera non abbiamo cuccette: il vagone con i sedili reclinabili pare un carro bestiame. Siamo più stretti che su un pullman urbano, fa caldo, qualcuno russa e molti altri puzzano. Le sveglie che suonano di continuo e le fermate del treno non ci fanno chiudere occhio. A volte i treni sono scomodi, ma nella prima metà del mio viaggio ho scoperto che altre volte sanno sorprendere e resta comunque uno dei più bei modi di viaggiare.
Andrea Cuminatto
LEGGI QUI LA TAPPA N°1: Monaco (Germania)
LEGGI QUI LA TAPPA N°2: Bayreuth (Germania)
LEGGI QUI LA TAPPA N°3: Bruxelles (Belgio)
LEGGI QUI LA TAPPA N°4: Bruges (Beglio)
LEGGI QUI LA TAPPA N°5: Anversa (Belgio)
LEGGI QUI LA TAPPA N°6: Delft (Paesi Bassi)
LEGGI QUI LA TAPPA N°7: Rotterdam (Paesi Bassi)
LEGGI QUI LA TAPPA N°8: Amsterdam e dintorni (Paesi Bassi)
LEGGI QUI LA TAPPA N°9: Lussemburgo (Lussemburgo)
8 pensieri riguardo “7 Paesi in 30 giorni. Tappa 10: Marsiglia (Francia)”