
La sponda del Reno mi accompagna lontano dalle montagne tedesche, verso la pianura belga. Barche e chiatte si muovono lente sul largo fiume, mentre sulla sponda opposta vedo passare piccoli villaggi caratteristici, ancora intatti, immutati da secoli, sorvegliati dai castelli arroccati sui colli retrostanti. Bayreuth, Norimberga, Colonia, Aachen: in mezza giornata 4 tappe, ma non ho ancora raggiunto la mia destinazione di oggi.

Il treno con cui valico il confine è vecchio ed ha divanetti in pelle al posto dei sedili. Oltre a me c’è solo una coppia di ragazzi con gli zaini da viaggio. È il treno per Liège-Guillemins? – chiedo. Oui – mi risponde lui – sei Canadese anche te?. Vengono dal Quebec e gli era parso che avessi una pronuncia anglo-canadese. Il piccolo convoglio lascia la Germania sferragliando, unico rumore nella valle eccetto i campanacci delle vacche, che alzano pigre la testa per guardarci passare.
Bruxelles spicca già da lontano grazie ai suoi grattacieli, nota stonata nella placida armonia del verdeggiante paesaggio belga. Quando arrivo Elisa mi accoglie nel suo studio, un monolocale di 20mq dotato di tutto l’essenziale per sopravvivere in una grande città. Con una passeggiata in centro inizio a capire che nonostante la grandezza, la città non è caotica come altre metropoli. Il centro è piccolo e grazioso e il Bambino che fa pipì resta, per tanti turisti, l’attrazione più curiosa.

Dopo un viaggio di 11 ore e la breve visita alla capitale, accetto volentieri il divano letto che mi viene offerto dalla mia amica fiorentina espatriata, preparandomi alla giornata successiva! Passo tutto il giorno a Bruges (ne parlerò nel prossimo articolo) e quando nel tardo pomeriggio torno a Bruxelles, compio il mio dovere di turista perfetto andando all’Atomium. Spero che nessun Belga se la prenda a male, ma non mi pare chissà che opera d’arte, per essere il simbolo della capitale d’Europa. Mi ritrovo con Elisa nel Parco del Cinquantenario e andiamo ad incontrare Cindy. Non la vedo dall’Erasmus a Madrid nel 2008. Mi colpiscono ancora i suoi occhi vispi da elfo, così tanto in contrasto con la sua timidezza.

Ceniamo in piazza Lussemburgo, dove come ogni giovedì sera tutti gli stagisti degli uffici dell’Unione si ritrovano per l’aperitivo. Siamo quasi gli unici senza giacca e cravatta. Una tipica birra bianca accompagna uno spezzatino anch’esso aromatizzato alla birra. Dopo cena non possiamo far altro che assaggiare un’altra birra tipica in centro. Il locale è un ex mercato: fra le colonne metalliche tavoli e sedie ospitano chi cerca riparo dalla calura estiva. Il primo ministro belga ci passa davanti, circondato da persone che l’hanno riconosciuto, e chiacchiera amichevolmente con i giovani. Proprio come succede in Italia.
Andrea Cuminatto
LEGGI QUI LA TAPPA N°1: Monaco – (Germania)
LEGGI QUI LA TAPPA N°2: Bayreuth – (Germania)
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