A Lubiana, arrivati col treno nel tardo pomeriggio dal Lago di Bled, ci accoglie in stazione Nika, ragazza che avevo conosciuto due estati fa a Rotterdam, perché era anche lei ospitata come me dalle stesse ragazze con il Couchsurfing.
Ci siamo conosciuti per poche ore e sono passati due anni, ma nonostante tutto ci accoglie con un grande sorriso e ci ospita a casa sua anche se è appena tornata dalle vacanze e non ha neanche messo piede a casa.

La casa della nostra ospite è a mezzora dalla capitale slovena, persa fra i monti verdi in un paesaggio da favola. Una cena a base di cocomero, pane e marmellata fatta in casa (perché non ha avuto il tempo di fare la spesa per poterci venire a prendere) accompagna una serata di racconti di viaggio, esperienze e avventure, ci ambientiamo bene con lei e il suo fidanzato Jernei e nuovamente proviamo la sensazione di essere a casa, seppur in un altro Paese. Una delle gioie più grandi, in questo torrido agosto che ci ha dato notti insonni per il caldo afoso, è di dormire con la coperta per l’aria fresca che allieta queste montagne. La mattina ci vede pronti e carichi a partire alla volta della città.
Lubiana è una delle più piccole capitali europee, ma si dimostra una vera chicca. Restiamo subito colpiti dai colori, dalla freschezza e dall’allegria che spruzzano da ogni angolo del centro. Dopo un breve giro nel mercato cittadino, ci perdiamo fra le vie del centro, scoprendo scorci romantici sul fiume Lubianica e singolari attrazioni, come una pioggia fittizia in piazza e cartelli che ne indicano il clima diverso.
I tanti piccoli ponti sul fiume sono belli da vedere e da attraversare, per cambiare continuamente prospettiva: ognuno diverso e caratteristico di per sé, ornato da draghi o diviso in tre piccoli ponti. Pranziamo comprando ad un forno il tipico Burek ed ottimi dolci locali di cui non conosciamo il nome ma apprezziamo il gusto. Beviamo l’acqua delle fontane, di cui è piena la città, che in questo paese risulta anche più buona di quella in bottiglia.
In un grande parco circondato da musei passeggiamo e scriviamo qualche cartolina, prima di avventurarci sulla collina dalla quale il castello sovrasta la città. In realtà quest’ultimo da dentro non è niente di particolare, ma qui come in un altro giardino del centro siamo colpiti da una biblioteca itinerante che ti permette di leggere libri seduto sul prato, su stravaganti cuscini rossi e piccole sdraio.
Dopo una tappa alla cattedrale, incontriamo in un supermercato due amici di Firenze che mai avremmo pensato di trovare qui. L’occasione ci porta a cenare insieme con salsicce tipiche e passare la serata di questo sabato alla scoperta della movida locale. In un bar proviamo particolari cocktail serviti in barattoli di marmellata e un dolce squisito al pistacchio.
La serata dovrebbe concludersi con un treno notturno per Zurigo, da dove poi dovremmo andare in Francia. Il treno è completo e decidiamo di cambiare completamente programma: prendiamo un treno a mezzanotte che ci porta a Villach, in Austria, per raggiungere al mattino – dopo 5 ore passate in stazione – Monaco di Baviera. La bellezza dell’InterRail è anche questa: ad ogni problema può esserci una soluzione, e magari scopri anche un posto che non avevi in programma!
Andrea Cuminatto
Foto di Eleonora Burroni
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LEGGI LA QUINTA TAPPA: Un’avventura su due binari. Tappa 5: Monaco (Germania)
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