Francesca ha avuto un’idea: integrare lo sport nelle attività parrocchiali. Sono ormai tre anni che porta avanti l’iniziativa a Campi Bisenzio (FI), e proprio la settimana scorsa, per la festa dell’Epifania, lei i suoi allievi sono andati in scena con grande successo, dopo la già grande serata dello scorso maggio. In quest’intervista ci racconta la sua esperienza.
-Innanzitutto com’è andato il saggio della settimana scorsa
Il saggio è andato molto bene: il pubblico ha risposto numeroso, tanto che molti non sono potuti entrare per il tutto esaurito. Tutti sono stati bravissimi: le piccole di Giocodanza, nonostante l’età – alcune hanno 3 anni e la più piccola li ha compiuti a dicembre – sono state sul palco con disinvoltura, così come le bambine del corso di ginnastica ritmica. Per loro la difficoltà maggiore è che eseguivano un esercizio di squadra con le palle e lo facevano sul palco di un teatro, che non è la consuetudine per la ritmica. C’è da dire anche che in così pochi mesi hanno fatto molti progressi, perché il maneggio di un attrezzo non è facile da apprendere, e ci vogliono mesi, anni di esercizio. È uno sport in cui non si finisce mai di imparare. Gli adulti, come l’anno scorso, hanno deciso di esibirsi con grande simpatia e si sono messi in gioco dimostrando che ci si può divertire facendo sport a qualsiasi età. Anche il post saggio è stato un successo, perché don Marco e il team del catering hanno preparato un cena nel Centro Pastorale, e siamo stati insieme tutta la sera a festeggiare, coinvolgendo anche tante persone che non avevano potuto assistere all’esibizione.
-Ormai è da qualche anno che porti avanti questo corso. Puoi dirci come è nato, come si è evoluto e quali sono le novità di quest’anno?
L’attività della ginnastica è nata
tre anni fa. Ho proposto l’idea a don Marco Fagotti, parroco della Pieve di Santo Stefano, che ha subito accolto l’iniziativa con entusiasmo. È stata un’idea nata non solo per mettere al servizio della comunità quest’attività sportiva, ma anche per poter contribuire all’estinzione del mutuo del centro pastorale Totus Tuus, che era stato appena inaugurato. Il primo anno i corsi erano due: entrambi di ginnastica dolce e rivolti agli adulti. L’anno scorso abbiamo incrementato, vista la grande adesione, aggiungendo un corso di aerobica e la “Giocodanza” per le bambine dai 3 ai 5 anni. Siccome c’erano stati ancora più iscritti, quest’anno abbiamo aggiunto altri due corsi: un altro per adulti e quello di ginnastica ritmica per le bambine da 6 a 10 anni. Stiamo crescendo sempre di più e questo ci porta a pensare che dal prossimo anno ci saranno altre novità.
-Parrocchia e sport – soprattutto questo genere di sport – sono due parole che difficilmente vengono associate. Perché è importante un’iniziativa di questo tipo sul territorio? Cos’ha di diverso dai corsi proposti dalle normali palestre?
È un’iniziativa secondo me importante perché, anche parlando con i miei allievi, ho capito che dà la possibilità di praticare sport in maniera genuina e senza problemi. Molte persone, specialmente i più anziani, nelle palestre si trovano a disagio, si sentono in imbarazzo, non riescono a fare ginnastica in maniera serena e rilassata. La nostra attività permette loro di praticare sport, ma anche di stare in compagnia e passare insieme ad altri un’ora insieme. Inoltre, con mio grande piacere, ora gli allievi dei vari corsi hanno fatto gruppo e si trovano anche al di fuori della palestra per stare insieme fra un tè e una chiacchiera. Diciamo che si è creato un clima familiare molto sereno, che permette a tutti – a loro e a me come insegnante – di lavorare con molta tranquillità. Lo stesso discorso vale per le bambine. Alcune sono arrivate che non avevano ancora compiuto 3 anni. Una bambina l’anno scorso non andava ancora all’asilo e fare Giocodanza le è servito molto per sciogliersi e rapportarsi con gli altri bambini. I suoi genitori e i suoi nonni me lo hanno detto personalmente, e questo mi ha fatto molto piacere. Tra l’altro i corsi delle bambine hanno fatto sì che si creassero gruppi in parrocchia anche dei genitori e dei nonni che portano le bimbe a lezione e mentre le aspettano chiacchierano, discutono e si confrontano.
-Credi che quest’esperienza sia stata anche occasione per te di crescita personale?
Quest’esperienza mi ha fatta crescere moltissimo. Io ho iniziato a praticare sport all’età di 4 anni e possiamo dire che da allora non sono più uscita dalla palestra. Provengo dal mondo della ginnastica ritmica, che ho praticato per 15 anni a livello agonistico con tanto di titoli a livello provinciale, regionale e nazionale. Negli ultimi anni in cui ho fatto ginnastica ho preso anche il titolo UISP per diventare insegnante e ho insegnato per anni sia agli adulti che alle ragazze. Ho sempre vissuto lo sport con passione e impegno, ma soprattutto per divertirmi, e lo stesso ho tentato di trasmettere ai miei allievi. Quest’esperienza però mi ha fatta soprattutto crescere umanamente perché mi ha dato modo di rapportarmi con persone di età con cui avevo poco a che fare lavorando in palestra. Mi sento di dire che tutta l’emozione provata nelle numerose gare fatte come ginnasta non è paragonabile a quella di vedere le “mie bambine” che si esibiscono e alla fine vengono ad abbracciarmi dicendo “ti voglio bene maestra”.
Andrea Cuminatto
L’articolo precedente sulla Ginnastica di’ Pievano: https://andreacuminatto.wordpress.com/2013/12/30/a-casa-la-timidezza-alla-pieve-si-balla/comment-page-1/#comment-20