Dopo un viaggio di 19 ore su 8 treni, forse qualsiasi città ci sarebbe sembrata un Paradiso, ma Montpellier ci colpisce davvero in maniera positiva. Carina, viva, colorata: sa di mare e di allegria. Arriviamo all’ora di pranzo e ci mangiamo mezzo cocomero preso da un fruttivendolo. Visitiamo la città con lo zaino in spalla, siamo stanchi ma felici di aver compiuto questo lunghissimo tratto di strada (o meglio di binari) perché ne vale la pena.
Fra una chiesa fatta di enormi coni gelato e biciclette piantate nei muri, ci fermiamo a fare merenda all’ingresso di un centro commerciale: compriamo ad un forno una cosa strana al formaggio che ha la consistenza di un copertone e il sapore di un divano, e un dolcetto cioccolatoso che aiuta a risollevare l’autostima delle nostre papille gustative. Siamo davanti ad una cartina del centro commerciale, per vedere se c’è un supermercato, e un ragazzo ci offre il suo aiuto. Parlando un mix di francese e spagnolo ci spiega dove sono tutti i supermercati della città con le differenze di prezzo fra uno e l’altro. Piacevolmente sorpresi da quest’incontro, facciamo la spesa per la nostra cenetta e ci avviamo all’appartamento che abbiamo affittato per le due notti che passeremo qui.
Dopo tre giorni e due notti a giro fra Slovenia, Austria, Germania, Svizzera e Francia, puzziamo come dromedari (gli zaini contribuiscono facendo le gobbe) e siamo stanchi morti. Il ragazzo che ci affitta il monolocale ci offre una birra e ci sentiamo subito a nostro agio in questa piccola ma accogliente casetta. Appena fatta la doccia più desiderata degli ultimi 20 anni e una cena veloce, crolliamo addormentati come tartarughe in letargo.

Un risveglio dolcissimo grazie alle brioches comprate all’alba da Eleonora fa iniziare alla grande la giornata. Noleggiamo le bici grazie al comodo servizio di bike-sharing della città e percorriamo la pista ciclabile di 16km che porta fino alla costa, fermandoci lungo la strada a “prendere in prestito” un grappolo d’uva da una vigna. Qualche ora sulla spiaggia, un’altra pedalata per tornare in città, tappa al supermercato e preparazione di una cena romantica a base di pesce, accompagnata da buon vino rosè locale. Anche questa nostra penultima tappa non ci è dispiaciuta per niente.
Andrea Cuminatto
Foto di Eleonora Burroni
READ THIS ARTICLE IN ENGLISH: An adventure on two rails. Step 6: Montpellier (France)
LEGGI LA QUINTA TAPPA: Un’avventura su due binari. Tappa 5: Monaco (Germania)
LEGGI LA SETTIMA TAPPA: Un’avventura su due binari. Tappa 7: Arles e Camargue (Francia)
3 pensieri riguardo “Un’avventura su due binari. Tappa 6: Montpellier (Francia)”