Noleggiare un’auto ad Atene non è difficile. Il grande viale Leof. Andrea Siggrou si dirama dal centro e ci sono più autonoleggi che piccioni. Per andare sul sicuro – specialmente se si devono fare molti km – è forse consigliabile un circuito internazionale (come abbiamo fatto noi). Per i tragitti brevi magari si risparmia qualche euro con i piccoli noleggi indipendenti che, di solito, non danno il chilometraggio illimitato e ti chiedono uno stonfo se superi i 100km. Una volta a bordo di un’italianissima Panda (perché non avere nostalgia di casa mentre si viaggia è fondamentale), ciò che manca sono: una mappa stradale della regione e degli snack. Vi occorre una libreria per la prima e un supermercato per i secondi!
Capo Sunio, la punta estrema dell’Attica è il nostro obiettivo per questo primo giro della Grecia continentale. La prima bella scoperta di questa piccola antica regione è la fantastica statale che percorre tutta la costa: circa 70km da Atene alla punta estrema cui siamo diretti. D’estate questa zona è un caos. Ma se come noi scegliete un mese poco turistico come gennaio, il piacere di guidare sotto il sole e l’aria fresca, con il mare che si stende sotto a strapiombi mozzafiato, è ineguagliabile.
Piccoli tabernacoli, richiamo alla religione cristiano ortodossa del paese, sorvegliano il percorso. Viaggiando verso sud di pomeriggio, da questo lato abbiamo il sole sul mare, che dà un colore magico agli isolotti e alla lontana costa opposta del Peloponneso. Fermarsi in uno dei paesini costieri vale la pena. A Vari un fruttivendolo sul mare può essere una buona sosta. Un’alternativa è una delle tante piccole calette che alternano le rocce su cui si infrangono le onde, per una breve ma romantica passeggiata sulla spiagga deserta. A metà strada il monumento ai 4000 italiani morti nel naufragio del piroscafo Oria – che li portava ai lager nazisti nel 1944 – fa riflettere sul legame fra i nostri due popoli.
Il tempio di Poseidone si vede da parecchi chilometri sul promontorio. Queste antiche colonne – di cui ne restano in piedi ancora 16 dopo oltre 2500 anni – ci fanno sorridere di gioia indicandoci la meta, come facevano sorridere ed esultare i marinai che, dopo giorni di viaggio magari difficile, scorgendo la luce bianca di questo marmo sapevano di essere ormai a un passo da casa.
Si entra gratis come studenti. In teoria serve il libretto universitario, ma ce la caviamo lei con l’abbinamento tessera mensa + tessera biblioteca ed io con la schedina del cinema su cui appare la scritta “student card”. Un po’ di somiglianza fra Grecia ed Italia in fondo c’è.
La sensazione che si prova in cima a questo dirupo che apre le porte all’azzurrissimo Egeo è indescrivibile. Catapultati indietro di 3 millenni, basta chiudere gli occhi per sentire lo sbattere dei remi sull’acqua e le voci dei soldati che, dai ponti delle triremi, ringraziano il Dio del mare per averli protetti durante la traversata.
Il viaggio continua sulla costa opposta, mentre il sole fa arrossire le nuvole passeggere. Pare che ai Greci i cartelli stradali non piacciano: le indicazioni sono poche e poco chiare. Perdersi è facile anche con la cartina e su questo lato la strada principale non segue la costa, quindi non abbiamo neanche il mare come riferimento.
Risalendo l’Attica verso Maratona raggiungiamo Nea Makri, una cittadina che d’estate dev’essere abbastanza turistica. Da un bar esce Costantino, un uomo distinto, in giacca e cravatta, che con una tazzina in mano decide di darci indicazioni. Improvvisa un ilarissimo italiano e ci spiega le strade per souvlaki, pesce, carne, spiedini… tutto ciò che vogliamo mangiare è disponibile, basta tenere “lamare” – come chiama l’antistante buia distesa dell’Egeo – come punto di riferimento. Un’insalata greca e un piatto infinito di pesciolini fritti sono il degno premio per il raggiungimento di questa meta. Il ritorno ad Atene di sera si fa senza pensieri, ormai maestri del riconoscimento dei pochi cartelli in greco e con la gioia nel cuore.
Andrea Cuminatto
Foto di Eleonora Burroni
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