Lo guardi e ti accorgi della sua semplicità: un uomo che svolge il suo lavoro quotidianamente senza pretese, stancandosi col sorriso. Molti riconosceranno il volto del cuoco Erasmo, uno dei protagonisti della campagna 2012 dell’8×1000. Ma com’è arrivato ad essere un esempio per tanti – si potrebbe dire ormai quasi una celebrità nel volontariato?
La vita di Erasmo non è sempre stata al servizio di chi aveva bisogno, e spesso neanche al servizio di se stesso. Originario di Formia, racconta come da giovane si era allontanato prima dalla parrocchia, poi dalla fede in genere, pensando solo a se stesso – o almeno credendo di farlo – e come poi abbia capito che gli mancava qualcosa. Ha viaggiato, vagato, cercando la sua strada, finché a Firenze ha scoperto Casa Elios, dove ci sono persone che si portano dietro problemi pesanti e che però sono diventati per lui una famiglia, degli amici.
Casa Elios è un centro diurno della Caritas, in zona Careggi a Firenze. La struttura è ogni giorno un punto di riferimento per un gruppo di persone sieropositive che a causa della malattia e di altre difficoltà incontrate, si trovano senza un reddito, un lavoro, una famiglia, vivendo spesso in estrema solitudine. Roberta, la direttrice del centro, spiega: il primo nostro obiettivo è seguirli nella malattia, ma la casa diventa un luogo centrale in cui mangiare, lavarsi e soprattutto sentirsi al riparo dalle insidie del mondo esterno. Qui è possibile stare insieme ad altre persone senza essere giudicati, raccontarsi, sentirsi parte di un gruppo.
Quando sto qui sto bene – continua Erasmo – mi sento bene. Io sono un cuoco e penso che abbiano fatto bene a fare una cucina in questo centro. La cucina aiuta, ti fa parlare, ti fa capire l’importanza dell’attenzione nel fare le cose. Io poi sono anche un po’ severo, voglio che le cose si facciano bene, a maggior ragione se uno fa il volontario deve farlo seriamente, altrimenti è meglio che faccia altro. Erasmo testimonia come le persone a cui si dedica qui trovano conforto a volte nelle cose più semplici, come curare il giardino o cucinare, e come allo stesso tempo l’impegno dei volontari sia ripagato sempre dalla ricchezza che gli ospiti della casa hanno da donare.
Chi davvero ha alle spalle un percorso difficile, colmo di problemi, cadute e ricadute, spesso ha bisogno non solo di cure e assistenza, ma anche di ritrovare un senso alla propria quotidianità. Il ruolo di Erasmo sta proprio qui: fornendo regole e costanza a un’attività giornaliera come la preparazione dei pasti, fa sì che gli ospiti di Casa Elios scoprano un proprio ruolo nella vita del centro e tornino a dare delle regole, semplici ma fondamentali, alle attività della propria vita.
Taglia le carote! Attento al soffritto! Gira il sugo che si attacca! Facendo visita a Casa Elios in tarda mattinata, quando Erasmo è di turno, la cucina è sempre in fermento. Basta affacciarsi alla porta per sentirsi nel retro di un ristorante. Dando gli ordini come un grande chef ai suoi cuochi, Erasmo dona agli ospiti della casa ciò che ha di più importante: il suo tempo e le sue capacità. La particolarità? Riesce a farlo in maniera seria – spesso severa, come ribadisce lui stesso – ma sempre col sorriso. L’aria che si respira nella cucina di Casa Elios è profumata di spezie e di vita: Erasmo – per citare lo spot di cui è protagonista – non è un santo e nemmeno un missionario, è un cuoco, che nei giorni di riposo ha deciso di dare un altro sapore alla sua vita e a quella dei suoi nuovi amici.
Andrea Cuminatto
Grazie per l’esperienza di solidarietà e di condivisione che ci racconti. Esempi da imitare! Elide
Sei una forza della natura Scumi!!! 🙂
Grazie! 😀