Chi ha detto che le piste ciclabili belle ce le hanno solo in Olanda? Forse in altri Paesi sono più attrezzati, ma sicuramente non hanno i nostri paesaggi da ammirare quando pedali sotto il sole in un giorno d’inizio estate.
La Val di Chiana toscana nasconde, fra le sue colline, un segreto particolarmente eccitante per gli amanti della bici e delle passeggiate all’aria aperta. Arezzo e Chiusi sono collegate dal Sentiero della Bonifica, una pista ciclo-pedonale di 62 km, completamente pianeggiante, che segue il corso del Canale Maestro della Chiana, vicino al confine fra Toscana ed Umbria.
Il servizio di trasporto bici sul treno non è poi così male, con un supplemento giornaliero di 3,5o€, e da Firenze possiamo raggiungere la stazione di Arezzo già pronti per una giornata in mountain bike. Con 5-6 km di pista ciclabile cittadina raggiungiamo il sentiero in terra battuta che parte verso sud all’ombra di qualche albero, pieno di gente che a piedi o sulle due ruote sceglie di passare questa giornata di festa in mezzo al verde.
Due grossi ramarri verdi ci attraversano la strada per nascondersi fra i cespugli, mentre farfalle e libellule girano tranquillamente da un albero all’altro. Col sorriso rispondiamo al saluto di altri ciclisti che vengono dal senso opposto. Il sole splendente di questa giornata e l’obiettivo da raggiungere ci danno carica ed entusiasmo. I cartelli che descrivono via via i paesi e le caratteristiche del territorio che attraversiamo rendono più interessante quest’avventura.
Qualche tratto di sentiero sull’argine del canale, con l’erba alta che infastidisce le gambe, non ci ferma. E così raggiungiamo una dopo l’altra le due fontane poste lungo il percorso, dove possiamo rifornire le borracce e avere sollievo dal solleone che ci brucia la testa. Avvicinandoci al mezzogiorno le persone sul percorso diminuiscono, mentre il caldo aumenta e i chilometri, segnati dai piccoli cartelli numerici, sembrano metterci sempre di più a susseguirsi uno all’altro. Il fresco sottopassaggio di una ferrovia sembra un luogo paradisiaco nell’inferno cocente in cui il sentiero si sta trasformando. L’unica miglioria a questa giornata sarebbe data da qualche nuvola passeggera.
Seguendo i chilometri segnalati dal 62 verso lo 0, la corsa all’arrivo è più entusiasmante. E vedere il cartello del km 20 significa che stiamo raggiungendo il Lago di Montepulciano. Ci fermiamo esausti, a mangiare i nostri panini, al Lago di Chiusi, verso il km 7. Questi due specchi d’acqua non sono altro che il rimasuglio dell’antica palude che infestava quest’area, prima della bonifica che ha dato il nome al sentiero. A dimostrazione permangono delle zanzare grosse quattro volte quelle normali, che ci attaccano come elicotteri da guerra.
Questa parte del sentiero attorno ai laghi, e poi verso Chiusi, ha il vantaggio di essere ombreggiata perché attraversa una parte di bosco in questo parco naturale. Ma durante tutto il percorso abbiamo potuto godere di viste magnifiche delle colline dai mille colori, dei fiori e degli alberi nel verde d’inizio estate, dei paesini arroccati fra le curve del paesaggio.
La pedalata termina a metà pomeriggio, dopo gli ultimi chilometri per raggiungere la stazione di Chiusi con il sole che inizia a calare e a picchiare meno forte sui nostri visi ormai arrossati. I sedili del treno ci accolgono stanchi, sudati e polverosi, ma con la mente vuota da ogni preoccupazione. La fatica non può prendere il sopravvento sull’emozione della giornata vissuta, sulla gioia per avercela fatta ed averlo fatto insieme.
Andrea Cuminatto