I colori delle case torri invitano il sole a uscire dalle nuvole che in questa mattina d’aprile coprono la costa ligure come una coperta pesante sul letto del mare per il freddo dell’inverno. Il promontorio, con la chiesa di San Pietro incastonata fra le rocce, è un piede che fa capolino dal piumone sentendo i raggi del sole che arrivano dalla finestra. L’isola Palmaria una scarpa abbandonata ai piedi del letto.
I carrugi, le piccole stradine del borgo, si stiracchiano, braccia che svegliandosi si riempiono di vita sull’ora di pranzo, con il via vai dei turisti curiosi. La Grotta Byron si apre in uno sbadiglio, allargando stanca gli affilati denti di pietra nera.
Nell’aria si levano le note di Greensleeves. Si diffondono soavi dalle corde di un’arpa di legno, suonata da un viaggiatore seduto all’ombra di un muro, nascosto alla vista ma vicino, come il cellulare sul comodino all’ora di iniziare una nuova giornata. Così, come un gigante addormentato, Portovenere si risveglia anche quest’anno dal sonno dell’inverno.
Andrea Cuminatto
Foto di Eleonora Burroni