La periferia dell’oltrarno fiorentino, dove le case di Scandicci lasciano pian piano il posto ai prati delle campagne, è cambiata ogni giorno negli ultimi 50 anni, fino ad apparire completamente diversa da quelle che erano le sue origini rurali. Ma mentre ogni minuto che passa un mattone in più ruba qualche centimetro ai gigli di campo, c’è qualcosa che in questo mezzo secolo è rimasto immutato e resiste saldo nella sua forma originaria.
È l’amore di Carlo e Maria, che nella cornice della medievale Badia a Settimo, si ripromette eterno dopo 50 anni di matrimonio. Auguro a voi giovani di arrivare allo stesso traguardo, dice Carlo con gli occhi lucidi per l’emozione dopo aver pronunciato questo secondo, ancora convito, consapevole e orgoglioso Sì.
In un mondo consumista, in cui ognuno è preso dalle novità tanto da cambiare ogni oggetto col suo sostituto più nuovo per ogni minimo sbalzo d’umore, è sempre maggiore il rischio di rimpiazzare, accanto ai beni materiali, le relazioni umane. E così, in nome di un progresso incessante e apparentemente necessario, viviamo in una quotidiana corsa frenetica alla ricerca di una serenità che immaginiamo di trovare esclusivamente in quello che non abbiamo, trascurando ciò che, accanto a noi, può renderci felici.
La ricetta per una vita serena, fino ed oltre a 50 anni insieme? Ce la danno Carlo e Maria che, nei momenti di gioia come nelle difficoltà, hanno capito l’importanza di camminare, cadere e rialzarsi insieme, figli di un’epoca in cui le cose rotte non si buttavano: si aggiustavano.
Andrea Cuminatto